I
sogni, sappiamo, sono davvero strani:
qualcosa
magari ci appare straordinariamente chiara, minuziosa come la
cesellatura di un orafo, su altre cose invece si passa sopra senza
notarle neppure come ad esempio lo spazio ed il tempo. Credo che i
sogni nascano non dalla ragione, ma dal desiderio, non dalla testa,
ma dal cuore, anche se la mia ragione in sogno si è esibita qualche
volta in ingegnosi voli non da poco. Certo è che in sogno accadono
cose del tutto incomprensibili.
Mio fratello, ad esempio, è morto cinque anni fa, qualche volta lo
sogno:
egli prende parte alle cose della mia vita, siamo molto interessati
l'uno all'altro, ma intanto, durante tutto lo svolgimento del sogno,
io sono pienamente cosciente che mio fratello è morto e sepolto.
[…]
E va bene, ammettiamolo pure, è un sogno, ma questa vita che viene
tanto esaltata, io volevo finirla suicidandomi, invece il mio sogno,
oh! Esso mi ha indicato una vita nuova.
"Il sogno di un uomo ridicolo" F. Dostoevskij
INTRODUZIONE
Sognare
ed essere svegli, nella nostra cultura, sono considerate due
dimensioni assolutamente separate, due condizioni discrete di
esperienza dove l'una esclude l'altra.1 Sognare ed essere svegli si
configurano quindi come stati incompatibili e lontani, dove il primo
viene a rappresentare la dimensione immaginativa ed irreale
dell'esistenza, ed il secondo invece viene esperito come
effettivamente reale e soprattutto come la base sulla quale tentare
di spiegare tutti i fenomeni incomprensibili o "strani".
Noi pensiamo che essere svegli e sognare sono due momenti della
nostra esperienza, perfettamente compatibili fra loro, e possono
persino essere presenti nel medesimo istante. Esiste una letteratura
molto vasta che si sta sviluppando attualmente negli Stati Uniti,
oltre a una letteratura molto antica, in cui viene presa in esame la
possibilità che si possa sognare ed essere svegli e presenti a sé
stessi nello stesso momento (Walsh e Vaughan, 1992). Sono anche
state approntate tecniche adatte a sviluppare questo singolare stato
di coscienza che nella letteratura scientifica viene chiamato Sogno
Lucido. Dobbiamo a Frederik Willems van Eeden, psichiatra olandese e
noto scrittore, il termine "sogni lucidi" e la prima seria
ricerca in questo campo. Già nel 1913 van Eeden si proponeva di
compiere uno studio sistematico della fenomenologia dei sogni
consapevoli (LaBerge, 1985). Prima di passare ad esaminare la
letteratura più moderna sul sogno lucido, ci sembra opportuno
chiarire ciò che si intende per "sogno lucido": un sogno
è definito lucido quando il sognatore sa che sta sognando.
Attualmente la ricerca si sta orientando verso una conoscenza
sperimentale di questa dimensione, esplorando: processi induttivi,
correlati psicofisiologici, vissuti soggettivi; cercando anche di
costruire ponti concettuali con le tecniche antiche, come lo yoga
tibetano del sogno.
1.
SOGNO-VEGLIA: REALTÀ VIRTUALI?
Come
facciamo ad essere sicuri che lo stato di veglia non sia anch'esso
un sogno? Aveva forse ragione Shakespeare quando nella Tempesta
scriveva:
Siamo
fatti della stessa materia
Con la quale son fatti i sogni;
E la nostra piccola vita
E' avvolta nel sonno.
Se
è vero che siamo creatori (nella veglia e nel sogno) e non passivi
elaboratori di esperienze, allora la veglia e il sogno non si
contrappongono così nettamente, entrambi sono "fatti della
stessa materia". Quando ci svegliamo, noi diciamo "Era
solo un sogno" intendendo che non era reale. Cioè, noi gli
riconosciamo minor validità o status ontologico alla luce della
nostra coscienza di veglia. Ciò a dispetto del fatto che ad ogni
risveglio, notte dopo notte, sogno dopo sogno, noi prendiamo i sogni
come "reali" e quindi all'interno di essi fuggiamo e
combattiamo, ridiamo e piangiamo, imprechiamo e ci rallegriamo (Walsh
e Vaughan, 1992). Eppure questo universo apparentemente oggettivo è
una creazione delle nostre menti, una soggettiva, transitoria
produzione che noi creiamo. Per il grande filosofo taoista
Chuang-Tzu il sognatore "mentre sta sognando non sa che si
tratta di un sogno, e nell'ambito del sogno stesso egli potrebbe
persino cercare di interpretare il sogno. Solo dopo che si sarà
svegliato saprà che si trattava di un sogno. Un giorno egli avrà
un grande risveglio e si accorgerà che tutto ciò è un grande
sogno" (in Walsh e Vaughan, 1992, p. 196).
2.
LA STORIA DEL SOGNO LUCIDO
Abbiamo
accennato come, in anni recenti, Frederik van Eeden lasciò
dettagliate descrizioni dei suoi sogni lucidi.2
Nel Buddhismo tibetano c'è un tipo di letteratura chiamata milamgyi
terdzod, letteralmente "tesori dei sogni". Secondo la
tradizione tibetana dello Dzogchen, la chiave del lavoro sul sogno
è lo sviluppo di una maggiore consapevolezza nello stato onirico.
In questa cultura, il sogno lucido non è come per i Senoi3 lo
strumento diretto per la trasformazione, ma è un epifenomeno dello
sviluppo della consapevolezza. Questi versi buddhisti danno una idea
di ciò:
Quando
albeggia lo stato del sogno,
Non giacere nell'ignoranza come un cadavere.
Entra nella sfera naturale della stabile presenza.
Riconosci i sogni e trasforma l'illusione in luminosità.
Non dormire come un animale.
Pratica in modo da unificare il sonno e la realtà
Lo
yoga tibetano del sogno persegue la chiarezza mentale e non
l'esperienza in se stessa. Grandi maestri hanno affermato che nel
momento in cui la consapevolezza diviene assoluta i sogni cessano
del tutto, e che al loro posto si manifesta una chiarezza
indescrivibile (Norbu, 1993). L'idea che l'attività onirica possa
addirittura cessare una volta raggiunto uno stato di consapevolezza
assoluta, è perfettamente in linea con ciò che viene affermato nel
primo sutra degli aforismi di Patanjali "Yogas
citta-vrtti-nirodhah", lo yoga è la soppressione delle
modificazioni della mente.4
Per decadi, i ricercatori occidentali hanno respinto tali resoconti
perché impossibili. Comunque, negli anni settanta, attraverso un
varco nella storia della ricerca sul sogno, due ricercatori hanno
fornito prove sperimentali del sogno lucido. Lavorando
indipendentemente e piuttosto sconosciuti l'uno all'altro, Alan
Worsley in Gran Bretagna e Stephen LaBerge in California, hanno
imparato a sognare lucidamente (LaBerge, 1985). Mentre venivano
monitorati elettrofisiologicamente in un laboratorio del sonno,
segnalavano, attraverso i movimenti oculari, che stavano sognando
consapevolmente. I loro elettroencefalogrammi mostravano il
tracciato caratteristico del sonno REM (rapidi movimenti oculari),
durante il quale usualmente si svolgono i sogni. Per la prima volta
nella storia qualcuno aveva mandato un segnale dal mondo dei sogni
mentre stava ancora sognando. Da allora la ricerca sul sogno non è
stata più la stessa. E' interessante notare che per un pò di tempo
LaBerge non riuscì a pubblicare i suoi resoconti perché gli
incaricati delle riviste semplicemente rifiutavano di credere che il
sogno lucido fosse possibile.
Da allora si è andata sviluppando una intensa attività di ricerca
tesa ad identificare la natura di questo fenomeno e i fattori che lo
differenziano dal sogno comunemente inteso. Queste ricerche mostrano
come il sognatore, durante un sogno lucido, elicita a livello
elettroencefalografico un tracciato REM, ed è in grado di segnalare
all'esterno, attraverso i movimenti oculari, che sta sognando; egli
è in grado di sognare e di comunicare con il ricercatore nel
medesimo tempo (LaBerge, 1985). Sulla base di queste fondamentali
ricerche, compiute in contesti sperimentali, molti altri aspetti
sono stati esplorati: la frequenza e la durata dei sogni lucidi, i
correlati psicofisiologici, le caratteristiche psicologiche di
coloro che sognano lucidamente, i mezzi più affidabili per la loro
induzione, il loro potenziale risanatore e di autoconoscenza (Hearne,
1983; Moss, 1989; Wolpin et al., 1992).
3.
LE IMPLICAZIONI DELLA LUCIDITA': IL VISSUTO
3.1
Il sogno lucido come evento psicofisiologico
Il
sogno lucido è un'esperienza che sembra caratterizzarsi come
esclusivamente mentale. Ma come può un vissuto soggettivo essere
solo mentale o solo fisico? Cosa fa il corpo mentre il sognatore
esperisce il suo sogno? Attraverso un approccio psicofisiologico
possiamo collocare il fenomeno del sogno lucido nell'interfaccia tra
il soma e la psiche, eliminando così ogni possibile idea di
separazione e di autonomia tra le due aree. Infatti se - come
suggerisce R. Venturini - punto di partenza della psicofisiologia è
una situazione o modificazione psicologica, il vissuto, di cui la
psicofisiologia clinica specificamente si occupa, è da identificare
in quello che tradizionalmente viene denominato vissuto corporeo o
che, forse più appropriatamente, potremmo chiamare vissuto
psicofisiologico (1995, p. 21). La psicofisiologia, quindi, si viene
a configurare come quella metodologia di studio che può aiutarci a
scoprire l'esistenza di un sistema corpo-mente-corpo-mente.....,
caratterizzato da un continuo mutamento e aggiustamento dei due
termini, entità non più contrapposte, ma unificate in
quell'interfaccia (appunto il vissuto psicofisiologico) in cui si
esprime la loro inscindibile e "riposata" unità (ivi, pp.
21-22). E' importante che l'approccio allo studio del sogno lucido
venga effettuato in termini psicofisiologici, valorizzando
l'osservazione del corpo e confidando che sarà possibile un giorno
arrivare a stabilire con sufficiente precisione la possibilità per
i sognatori lucidi di intervenire, dalla situazione di sogno, sul
proprio corpo allo scopo di ottenere guarigioni o modificazioni.
3.
2 Il vissuto del corpo
Come
abbiamo già visto dalla descrizione di F. Van Eeden, nel sogno
cosciente si ha la consapevolezza di possedere due corpi: il corpo
fisico, addormentato e il corpo del sogno, attivo: Nel sogno lucido,
la sensazione di avere un corpo con occhi, mani, una bocca che parla
e agisce, è perfettamente chiara; ciò nondimeno, nello stesso
tempo, noi sappiamo che il corpo fisico sta dormendo in una postura
affatto differente. Il sogno lucido dunque mostra lo sdoppiamento
del soggetto che vive un'esperienza particolare, profondamente
assorbito in essa e allo stesso tempo la vive come una sorta di
gioco dal quale sa che potrà risvegliarsi.
3.3
Il tempo
Gli
studi di LaBerge si sono occupati di verificare se i sogni avvengono
in tempo reale oppure se essi avvengono nel breve lasso di un
istante, come alcuni ricercatori erano propensi a credere, ma i
risultati degli esperimenti ci portano a ritenere che sebbene i
sogni, qualche volta, avvengano indubbiamente in questo modo, le
prove suggeriscono che normalmente durano lo stesso tempo che
durerebbero nella vita reale. In uno studio, Dement e Kleitman
svegliarono cinque soggetti ogni cinque o quindici minuti dopo
l'inizio dei loro periodi REM, e chiesero loro di dire quanto tempo
era passato. Quattro su cinque soggetti riuscirono sempre ad
indicare il tempo giusto. Lo stesso studio mostrò che i sogni
riferiti dopo quindici minuti di sonno REM erano più lunghi di
quelli avvenuti dopo cinque minuti. Queste relazioni sembrano
contraddire la nozione di sogni istantanei. Tuttavia non provano che
il tempo del sogno sia identico al "tempo reale", ma
indicano solo che in genere i due tempi sono reciprocamente
proporzionali (in LaBerge, 1985, p. 77).
3.4Lo
spazio:
le
qualità del mondo fisico Il mondo della vita di veglia ci appare
composto di oggetti stabili e definiti, collocati in una dimensione
spazio-temporale. Se l'esperienza del tempo durante un sogno lucido
è assimilabile a quella della veglia, così non si può dire per
l'esperienza dello spazio. Molti sognatori lucidi riferiscono che la
modalità di spostamento che prevale nei loro sogni è il volo: nei
sogni lucidi generalmente non si cammina, si può volare ad alte
velocità, oppure strisciare sul terreno. I paesaggi vengono creati
dal sognatore, che può realizzare i propri desideri e nello stesso
tempo essere consapevole del proprio atto creativo. Riportiamo un
sogno lucido di uno di noi, che illustra bene il vissuto dello
spazio. Solitamente dopo l'osservazione ravvicinata delle figure mi
trovo in uno scenario in cui non vedo il mio corpo, non posso
osservarmi mentre compio delle azioni nell'ambiente di sogno, ma ho
la consapevolezza di volare, compio delle ricognizioni sull'ambiente
di sogno osservando da vicino gli oggetti che lo compongono; è come
se fossi diventato solo occhi e consapevolezza. Oggi però il sogno
si è svolto in maniera diversa, anziché volare, mi sono trovato in
uno scenario che mi vedeva fermo e immobile, anche se pur sempre
consapevole di sognare. Invece di essere io a volare era il
paesaggio che scorreva davanti a me come una pellicola, cambiando
continuamente.
3.5
L'identità
In
tale stato i soggetti non si sentono spaventati, non provano
sgomento o paura; conservano un senso molto forte di
auto-consapevolezza per tutto il tempo ma questa consapevolezza
appare diversa da quella diurna. Il pensiero è chiaro e le immagini
sono parzialmente sotto il controllo volontario, si può decidere
cosa pensare o immaginare; al risveglio il ricordo è vivido e
stabile e il senso dell'io ne risulta integrato e stabilizzato.
4.
TECNICHE DI INDUZIONE
Per la maggior parte di noi i sogni lucidi sono rari ed al di là
della nostra possibilità di induzione. Esiste qualche metodo per
coltivare la nostra abilità di "svegliarci"
volontariamente durante i sogni? Una varietà di tradizioni
contemplative e di esploratori del sogno dicono di sì.
Saggi come Aurobindo, Ramakrishna, e Steiner, al pari di studiosi
occidentali di meditazione, in situazione di ritiro, hanno descritto
la loro capacità di mantenere continuamente la lucidità per buona
parte della notte sia durante i sogni che nel sonno senza sogni.
Anche praticanti avanzati di Meditazione Trascendentale (TM)
riferiscono questa esperienza e alcuni persino affermano di essere
testimoni ininterrotti dei loro sogni (Walsh & Vaughan, 1992).
Con ciò essi intendono che durante i sogni o anche nel sonno senza
sogni, rimangono identificati con la coscienza e quindi
semplicemente osservano le figure e i drammi nei loro sogni senza
venirne perturbati. Inoltre, questo "testimoniare
equanime" può venire protratto alla vita di veglia durante il
giorno. In accordo con la tradizione Vedica della Meditazione
Trascendentale, il primo stadio dell'illuminazione si considera
raggiunto quando la testimonianza diventa ininterrotta e
imperturbabile (Taimni, 1970). E' molto importante sottolineare che
la possibilità di sognare lucidamente è legata al livello di
consapevolezza presente nell'individuo. 5 Esamineremo tre tipi di
processi che favoriscono l'insorgenza della lucidità in sogno: a)
processi spontanei, ossia creati dalla storia personale e dalla
costituzione peculiare del sognatore; b) processi di induzione
favoriti da tecniche che richiedono una disciplina; c) processi che
richiedono l'intervento "esterno". In quest'ultimo caso il
sogno può essere prodotto in una situazione sperimentale in cui
sono controllati i processi che favoriscono lo sviluppo della
lucidità e i correlati psicofisiologici.
4.1.
Processi spontanei
Tra
i fattori interni al sognatore che possono determinare l'inizio di
un episodio di lucidità durante un sogno il più comune è forse la
percezione delle incongruenze. Come sottolinea LaBerge, Uno dei modi
in cui ciò accade tipicamente riguarda la percezione delle
incongruenze nel contenuto del sogno, avvertite come anomale,
seguita dal riconoscimento critico che la spiegazione per l'evento
bizzarro è che è solo un sogno (1986, p. 161). Come farebbe però
il sognatore ad accorgersi delle incongruenze se egli fosse
assorbito completamente dal sogno e vivesse il sogno come una realtà?
Evidentemente egli può percepire le contraddizioni della scena di
sogno perché lungo il continuum del grado di consapevolezza, la sua
capacità critica è rilevante. Tra i fattori che possono innescare
spontaneamente un sogno lucido troviamo i sogni ansiosi e gli
incubi. Il panico, l'ansia e lo spavento possono dare luogo a
reazioni di attivazione generale, una sorta di allarme che può (se
non produce il risveglio completo del sognatore), indurre il
fenomeno della lucidità. 6 In generale emozioni molto intense si
associano all'emergere della lucidità. Un terzo modo di iniziare il
sogno lucido è il riconoscimento dello scenario del sogno per la
sua oniricità, ossia per la sua forte somiglianza con un ambiente
di sogno. In accordo a quanto riferito da Gackenbach (1985), la
ragione più spesso riportata dai soggetti come causa della lucidità,
era un senso di "dreamlikeness", che possiamo tradurre con
il termine "oniricità".
4.2.
L' induzione attraverso la tecnica e l'impegno
Secondo
la tradizione tibetana dello Yoga del Sogno, è possibile,
attraverso l'esercizio di tecniche appropriate e la disciplina,
arrivare ad un punto in cui la nostra presenza consapevole permane
costante, durante la veglia e durante il sonno. E' possibile quindi
sviluppare un atteggiamento vigile, distaccato, e soprattutto
consapevole anche in sogno.
A)
Diversi autori affermano che la pratica della meditazione può
facilitare l'emergenza del sognare lucidamente. Tra questi, Sparrow
(1976) afferma che meditare nelle prime ore del mattino sovente
porta a sognare con lucidità durante il sonno immediatamente
successivo alla meditazione, a condizione però che non si mediti
con il fine di esperire sogni lucidi. Altri autori hanno suggerito
che la meditazione favorisce il sogno lucido (Glicksohn, 1989;
Hearne, 1983; Norbu, 1993; Walsh e Vaughan, 1992). Michael Katz,
nell'introduzione al libro Lo Yoga del Sogno, riferendosi ad un
sogno lucido che aveva lasciato in lui una profonda impressione
afferma: L'intera esperienza era stata affascinante. La considero
ancora una delle esperienze più significative della mia vita. Il
Lama che sovrintendeva al ritiro la paragonò all'aver passato un
esame di guida. Da quella volta ho avuto parecchie esperienze di
lucidità durante il sogno. Non posso dire che mi capitino ogni
notte, ma avvengono con regolarità. La loro frequenza aumenta nei
periodi in cui pratico intensamente la meditazione, ad esempio
durante i ritiri. Inoltre ho constatato che se di notte mi sveglio e
pratico la meditazione, quando mi riaddormento faccio frequentemente
sogni lucidi (Norbu, p. 12). Sembra fondata dunque l'ipotesi che la
pratica della meditazione favorisca il sognare lucidamente, ma ci
sembra opportuno precisare che in questo caso, il sogno lucido
costituisce un epifenomeno dovuto alla trasformazione della
coscienza prodotta dalla pratica costante della meditazione. Lo
scopo del meditante non è quello di sognare lucidamente ma di
evolvere sul sentiero spirituale. Le tecniche meditative si basano
sulla possibilità di invertire il processo dell'attenzione
dall'esterno (direzione verso la quale l'attenzione è costantemente
rivolta), all'interno di noi stessi, sviluppando la capacità di
eludere i sensi, di contemplare il vuoto mentale e infine di
permettere alla consapevolezza di osservare se stessa. E' evidente a
questo punto che l'aumento della possibilità di diventare lucidi in
sogno è strettamente connesso con la crescita del livello generale
della consapevolezza che risulta inevitabilmente dalla pratica
costante di una tecnica. In questo senso, ci sembra che la
meditazione si possa definire come la via regia per il
raggiungimento della veglia perenne. Per riassumere il punto di
vista dello Yoga tibetano sulla relazione tra il sogno lucido e
l'illuminazione vengono a proposito le parole di Namkahai Norbu per
il quale quando inizia il bardo dell'esistenza riprende il
funzionamento o l'attività della mente, insieme al cosiddetto
"corpo mentale". Ciò equivale al sorgere dello stato del
sogno. Nella pratica, dobbiamo avere la consapevolezza o la
padronanza dello stato della luce naturale. Quando si è coscienti
della presenza di questo stato di luce naturale, nel momento in cui
inizia lo stato del sogno si diventa spontaneamente lucidi e
consapevoli di sognare durante il sogno stesso, e automaticamente si
ottiene il controllo sui propri sogni. Ciò significa che il sogno
non condiziona più il sognatore, ma al contrario è l'individuo a
governare il sogno. Per questa ragione la pratica del sogno è
secondaria, mentre non mi stancherò mai di ripetere quanto sia
importante la pratica della Luce Naturale (ivi, p. 44).
B)
Un'altra tecnica in grado di sviluppare la capacità di sognare
lucidamente, come abbiamo già accennato sopra, è la MILD
(Induzione Mnemonica del Sogno Lucido). Essa è descritta da LaBerge
nel suo libro Lucid Dreaming, ed è basata su niente di più
complesso o esoterico della nostra capacità di ricordare che vi
sono azioni che desideriamo compiere nel futuro. Oltre a scrivere
dei promemoria, noi riusciamo a farlo formando una connessione
mentale fra ciò che vogliamo fare e le circostanze future in cui
vogliamo farlo. Questa connessione è molto facilitata
dall'accorgimento mnemonico di visualizzarci nell'atto di fare
quello che intendiamo ricordare. E' anche utile verbalizzare
l'intenzione: "Quando accadrà questo e questo, voglio
ricordarmi di fare questo e questo." Per esempio: "Quando
passerò davanti alla banca, voglio ricordarmi di ritirare del
denaro." La frase che io uso per organizzare lo sforzo che mi
sono proposto è: "La prossima volta che sognerò voglio
ricordarmi di accorgermi che sto sognando." Il
"quando" e il "che cosa" dell'azione progettata
devono essere chiaramente specificati. Io esprimo questa intenzione
o immediatamente dopo essermi svegliato da un periodo REM, o dopo un
periodo di piena coscienza come verrà specificato. Un punto
importante è che, per ottenere l'effetto desiderato, è necessario
fare qualcosa di più che recitare distrattamente la frase. Bisogna
davvero voler fare un sogno lucido. Ecco il procedimento consigliato
passo per passo:
1)
Alle prime ore del mattino, quando vi svegliate spontaneamente da un
sogno, ripensatelo varie volte, finché lo avete memorizzato.
2)
Poi, mentre siete a letto e tornate a dormire, ditevi: "La
prossima volta che sognerò voglio ricordarmi di accorgermi che sto
sognando."
3)
Visualizzatevi nuovamente nel sogno che avete appena fatto e che
ricordate; ma questa volta vedetevi nell'atto di essere consapevoli
di sognare.
4)
Ripetete i numeri 2 e 3 finché sentite che vi siete fissati bene in
mente la vostra intenzione o finché vi addormentate. Se tutto va
bene, in breve tempo vi troverete lucido in un altro sogno. Il
complesso mentale implicito in questo procedimento è molto simile a
quello che adottiamo quando decidiamo di svegliarci a una certa ora
e andiamo a letto dopo aver messo a punto la nostra sveglia mentale.
La capacità di svegliarci nei nostri sogni può essere considerata
come una sorta di perfezionamento della capacità di svegliarci dai
nostri sogni. Il motivo per cui questi esperimenti vanno fatti nel
primo mattino è che i sognatori lucidi, da van Eeden alla Garfield,
hanno riferito che tali sogni avvengono quasi esclusivamente durante
le prime ore del mattino. La nostra ricerca allo Stanford indica che
il sogno lucido avviene durante i periodi REM, e, poiché il sonno
REM si verifica nell'ultima parte della notte, sembra essere questo
il momento più favorevole per il sogno lucido. Sebbene alcuni
sognatori abbiano indotto con successo sogni lucidi usando la MILD
durante il primo periodo REM, la tecnica sembra essere più efficace
se praticata nel primo mattino dopo essersi svegliati da un sogno
(1985, pp. 137-139). Interessante quanto macchinosa la tecnica
escogitata da LaBerge, basata su una forte motivazione, una buona
memoria e soprattutto la pratica della visualizzazione che consiste
nello sviluppo della tecnica immaginativa di visualizzarsi nella
situazione. E' probabile che la tecnica se praticata regolarmente e
con impegno possa dare dei buoni risultati. Il sogno lucido così
raggiunto non sarebbe però il risultato di un più ampio sviluppo
della personalità e della coscienza; tuttavia, anche se questa
esperienza fosse soltanto il risultato occasionale di una tecnica,
potrebbe comunque favorire l'acquisizione di una maggiore
integrazione psicologica.
4.3.
Induzione del sogno lucido attraverso stimolazioni esterne
Un'altra
tecnica di induzione del sogno lucido è basata sull'idea di fornire
un segnale esterno per ricordare al sognatore che sta sognando. Sono
stati effettuati numerosi tentativi per mettere in pratica questa
idea, con vari esiti. La maggior parte degli studi ha utilizzato
segnali acustici, mentre in altri sono stati usati stimoli tattili.
La maggior parte dei dati a disposizione riguarda gli studi che
hanno adottato un approccio diretto: suggerimento verbale del tipo
"questo è un sogno", rivolto a soggetti preparati,
durante il sonno REM, usato per indurre la lucidità. Uno studio
compiuto da LaBerge (1985) ha prodotto risultati promettenti,
suggerendo l'attuabilità di questa tecnica. Incoraggiati da tale
studio, LaBerge, Owens, Nagel e Dement (in LaBerge, 1986) hanno
registrato quattro soggetti (due sognatori lucidi esperti e due
inesperti) da una a due notti ciascuno. Un nastro registrato
ripeteva la frase "questo è un sogno" ad un volume che
aumentava progressivamente cinque o dieci minuti dopo l'inizio di
ciascun periodo REM. I soggetti avevano ricevuto l'istruzione di
segnalare con un paio di movimenti oculari intenzionali, sia a
destra che a sinistra, ogni qualvolta avessero udito il nastro
oppure avessero realizzato di sognare. I tecnici spegnevano il
nastro immediatamente appena osservavano i segnali dei movimenti
oculari sul poligrafo. LaBerge et al. (1986) hanno rilevato che lo
stimolo del nastro applicato quindici volte ha prodotto la lucidità
nel 33% dei casi, anche se tutti questi sogni lucidi non sono durati
più di qualche secondo. In una variazione, in cui lo stimolo che
doveva ricordare ai sognatori che stavano sognando, era di tipo
tattile, Hearne (1983) ha verificato l'efficacia di scosse
elettriche al polso. Tra quindici soggetti di sesso femminile che
hanno passato una notte ciascuno nel laboratorio del sonno, sei
hanno sperimentato un sogno lucido stimolato con questo metodo.
Hearne non riferisce il numero totale di scosse applicate, rendendo
così difficile effettuare una valutazione. Altri studi riportano la
relativa inefficacia di questo metodo. Dei processi di induzione che
abbiamo appena descritto, quest'ultimo ci sembra senz'altro il più
grossolano, in quanto meccanico, poco spontaneo, e soprattutto non
abbinato allo sviluppo parallelo della consapevolezza.
5.
LA PSICOFISIOLOGIA DEL SOGNO LUCIDO
5.1 La verifica fisiologica del sogno lucido
Una volta restituita la debita rilevanza al corpo, nel trattare la
fenomenologia oggetto di studio, la domanda che si impone alla
nostra attenzione è: sotto quali condizioni fisiologiche si
verificano i sogni lucidi? La maggior parte dei ricercatori hanno
accettato l'ipotesi di Hartmann, secondo la quale i sogni lucidi non
sono "parti tipiche del pensiero di sogno, ma brevi
risvegli" (Hall, 1981; Moss, 1989). Stewart (1989) e Zadra
(1992) hanno rilevato che durante il sonno REM si verificano
frequenti risvegli transitori e hanno proposto questi "micro-risvegli"
come base fisiologica del sogno lucido. Evidenze empiriche a
conferma che i sogni lucidi avvenivano durante la fase REM, erano
apparse già verso la fine degli anni settanta. Ogilvie et al.
(1978) offrirono alcune osservazioni preliminari sulla fisiologia
del sogno lucido. Si basarono su comuni registrazioni del sonno di
due soggetti che riferirono un totale di tre sogni lucidi in seguito
al risveglio dal sonno REM. In ogni caso, nessuna prova era stata
fornita che i sogni lucidi erano avvenuti durante la fase REM
immediatamente precedente ai risvegli e ai resoconti. Ciò che era
necessario per stabilire senza ambiguità lo stato fisiologico del
sogno lucido era una sorta di resoconto fornito dalla scena di
sogno. LaBerge e i suoi collaboratori all'Università di Stanford si
occuparono di fornire non solo la prova che i sogni lucidi si
verificano prevalentemente durante la fase REM del sonno, ma anche
la prova dell'esistenza della lucidità in sogno. Essi
architettarono un esperimento che prevedeva la segnalazione,
attraverso i movimenti oculari, del momento in cui i sognatori si
accorgevano che stavano sognando, ossia del momento in cui
diventavano lucidi. Più precisamente, i sognatori, nel momento in
cui diventavano consapevoli che di fronte a loro si dispiegava uno
scenario onirico, dovevano compiere un certo numero di movimenti
oculari, a destra e a sinistra, stabiliti in precedenza con gli
sperimentatori. Questo tipo di esperimento, ripetuto più volte e da
diversi autori, doveva condurre alla convinzione, fondata su basi
sperimentali, che i sogni lucidi sono una realtà esperienziale e
che avvengono prevalentemente durante la fase REM del sonno.
5.2
La respirazione di sogno e il corpo
Un'attività
fisiologica indagata da LaBerge e il suo gruppo è stata quella
respiratoria. Hanno allestito un esperimento per determinare in
quale misura i modi di respirare dei sognatori lucidi concordassero
con quelli del loro respiro da svegli. Essi erano interessati a
verificare se nei soggetti che all'interno del sogno trattengono il
respiro, questo si ferma anche fisicamente. A questo scopo
concordarono con i soggetti onironauti una forma di respiro da
attuare poi ogni volta che si accorgevano che stavano sognando.
Dall'esperimento conclusero che il controllo volontario
dell'immagine mentale del respiro durante il sogno lucido si
riflette in cambiamenti corrispondenti della nostra effettiva
respirazione.
Tuttavia non dobbiamo sorprenderci troppo di questi risultati in
quanto potrebbero verificarsi anche per altre attività, se non ci
fossero dei meccanismi biologici specifici che lo impediscono;
conclude infatti LaBerge. Tutto quello che abbiamo dimostrato con la
nostra ricerca è che il contenuto respiratorio nella coscienza di
un sognatore sembra influire sull'effettivo modello di respiro di
chi sogna. La stessa relazione si presenterebbe probabilmente vera
per il camminare, il parlare o qualsiasi altra forma di
comportamento, se non per il fatto che la maggior parte dei nostri
muscoli sono paralizzati durante il sonno REM (1985, p. 81).
5.
3 L'attività sessuale e il corpo
Un'attività
onirica che sarebbe interessante studiare nelle sue relazioni con i
processi fisiologici è l'eccitazione sessuale e l'orgasmo. La
ricerca di LaBerge è proseguita in questo senso cercando di
accertare, attraverso molteplici rilevazioni elettrofisiologiche, se
durante una attività sessuale onirica, si verificano modificazioni
nel corpo paragonabili a quelle dello stato di veglia. Egli istruì
alcuni soggetti a segnalare le varie fasi di eccitazione e di
orgasmo durante il sogno lucido, con segnali messi in atto dai
movimenti oculari. I risultati delle rilevazioni elettrofisiologiche
abbinate ai segnali forniti dal soggetto sono così riferiti e
commentati da LaBerge. Come nel caso di Miranda, la registrazione
poligrafica di Randy rivelò una precisa corrispondenza con la
relazione del suo sogno lucido. Durante i trenta secondi di attività
sessuale indicati dal suo secondo e terzo segnale, la frequenza del
suo respiro raggiunse il massimo dei periodi REM, esattamente come
per Miranda. L'estensimetro indicò che la sua erezione, dopo essere
cominciata poco prima dell'inizio del periodo REM, aveva raggiunto
il suo massimo livello tra il secondo e terzo stadio. Una lenta
detumescenza era cominciata quasi immediatamente dopo l'orgasmo
sognato. Il cuore di Randy, come quello di Miranda, mostrò solo un
moderato aumento di frequenza durante l'orgasmo nel sogno lucido. In
generale questi orgasmi sembrarono innescare risposte fisiologiche
molto simili nei loro corpi addormentati. Questo in particolare, per
l'aumento della frequenza del respiro in entrambi. Un'importante
implicazione è che, sotto certi aspetti, il sogno lucido sessuale
ha un potente impatto sul corpo del sognatore come nella realtà
(ivi, pp. 86-87, c. n.). Questi esperimenti sono molto interessanti,
non pretendono di rivelare verità assolute e indiscutibili, ma
sicuramente scuotono alla base tutte le concezioni culturali sul
sogno che vedono quest'ultimo come un processo semplicemente
immaginativo. L'impressione che abbiamo nel leggere i resoconti
degli esperimenti di LaBerge è che il sogno, soprattutto se lucido,
assomigli decisamente ad uno scorcio di vita reale vissuta, con le
implicazioni di espansione e di crescita che la vita ci accorda.
Confinare il sogno a fenomeno immaginativo significa negare una
parte della vita. LaBerge e i suoi colleghi ci hanno dimostrato che
quando sogniamo, e in special modo quando sognamo lucidamente, non
è coinvolta solo la nostra mente, ma anche il nostro corpo è
implicato fortemente. In conclusione gli studi compiuti da LaBerge e
il suo gruppo all'università di Stanford hanno evidenziato come
l'attività fisiologica che si correla con il fenomeno onirico
assomiglia maggiormente all'attività percettiva che a quella
immaginativa, e ciò è stato dimostrato in modo abbastanza preciso.
Come egli stesso scrive i nostri studi allo Stanford coprono una
vasta area mostrando la relazione tra cambiamenti fisiologici nel
corpo dei sognatori lucidi e una varietà di operazioni compiute dal
loro corpo "onirico" nei loro sogni (1985, p. 76).
6.
FENOMENI ASSOCIATI ALL'ESPERIENZA DEL SOGNO LUCIDO
6.1
Il senso di realtà'
Nel
corso di un sogno lucido, i soggetti ritengono che lo stato di
coscienza sia chiaro e preciso e che le cose appaiano "come
esse sono realmente". L'impressione che ne deriva è che il
nostro stato ordinario di coscienza sia distorto e parziale, e che
viviamo in uno stato di illusione (trance consensuale). Così si
evidenzia che: (a) il senso di realtà rappresenta una funzione
distinta rispetto al giudizio di realtà, anche se essi spesso
operano in sincronia; (b) la percezione del senso di realtà non è
inerente alla sensazione, in quanto nel sogno lucido le sensazioni
non sono evocate da stimoli esterni. Gli stimoli del mondo interno
divengono investiti del senso di realtà ordinariamente concesso
agli oggetti. Attraverso ciò che può essere definito
"spostamento di realtà" i pensieri e le immagini
diventano reali (Deikman, 1966). Sognare lucidamente conferisce al
sognatore la possibilità di esperire stati "altri" di
coscienza e la possibilità di esplorare l'area dell'ignoto con il
conseguente arricchimento che tutta la personalità può trarre
dalla conoscenza diretta. L'esperienza del sogno lucido è vissuta
dal sognatore come estremamente reale a causa della
disidentificazione che egli vive rispetto ai contenuti dei suoi
sogni. Egli è pura consapevolezza che osserva il film onirico
proiettato dalla sua stessa mente.
6.2
Unita'
Da
una parte la percezione di unitarietà può rappresentare la
percezione della propria struttura psichica, dall'altra l'esperienza
può essere la percezione della reale struttura del mondo. Come
suggerisce Deikman "L'unità potrebbe essere, infatti, una
proprietà del "mondo reale" che diventa percepibile
attraverso le tecniche della meditazione del sogno lucido, della
rinuncia, o sotto speciali condizioni che creano una spontanea e
breve esperienza" (p. 112).
6.3
Ineffabilità
Anche
se a volte i sognatori lucidi scrivono lunghi resoconti, essi
sostengono che quest'esperienza non può venire comunicata tramite
la parola o facendo riferimento ad esperienze simili che avvengono
durante la vita di veglia. Essi sentono che non ci sono parole per
comunicare l'intensa realtà e le sensazioni sconosciute.
6.4
Fenomeni trans-sensoriali
Molti
sognatori lucidi sottolineano che l'esperienza va al di là degli
usuali canali sensoriali, ideativi e mnestici. Essi descrivono
questo stato come pieno di profonde e vivide percezioni.
6.5
Trascendenza dello Spazio e del Tempo
Questa
categoria si riferisce da una parte alla perdita dell'usuale senso
dell'orientamento, in termini di percezione tridimensionale consueta
della vita di veglia, dall'altra ad un radicale cambiamento della
prospettiva nel quale ci si trova improvvisamente come se si fosse
fuori dal tempo, al di là del passato e del futuro. In questo stato
di coscienza, spazio e tempo sono generalmente concetti senza
significato. I concetti di spazio e tempo sono prodotti dal modo di
essere della mente che divide e classifica; lo spazio del sogno è
uno spazio di creazione, le immagini vengono create anche in
funzione dei desideri consapevoli, e il corpo di sogno non sottostà
alle leggi della gravità, infatti, molti sognatori lucidi si
descrivono come delle consapevolezze volanti. Il concetto di tempo
è legato al carattere consequenziale degli eventi, nel sogno lucido
l'unica consequenzialità riscontrabile è quella tra desiderio e
creazione, il tempo (come noi lo intendiamo) per il sognatore non
esiste, la sua esperienza è quella di un tempo unico, un eterno
presente, un tempo senza tempo.
6.6
Senso del Sacro
La
sacralità viene qui definita come una risposta irrazionale,
intuitiva, palpitante alla presenza di realtà ispiratrici. E' ciò
che le persone percepiscono come qualcosa che ha uno speciale
valore. I sognatori lucidi spesso provano questa sensazione quando
si risvegliano dal sogno; la loro esperienza assume per essi un
valore del tutto speciale, che, per quanto possa venire raccontata e
condivisa a livello intellettuale, rimane per i sognatori una realtà
esperita in uno stato "altro" di coscienza, per il quale
essi provano attrazione, rispetto e devozione, e anche un sano
desiderio.
6.7
Profondi Sentimenti Positivi
Questa
categoria mette a fuoco sentimenti come la gioia, l'amore, e la pace
inerenti alla coscienza mistica. Ci sembra possibile assimilare i
vissuti dell'esperienza del sogno lucido a questa categoria di
sentimenti, in quanto se l'esperienza diretta del sognare
lucidamente non sempre è associata a tali sentimenti, il risveglio
dal sogno lucido è caratterizzato generalmente dalla presenza di
sentimenti di intensa gioia, la sensazione di conoscere un pò più
sé stessi, una migliore disposizione nei confronti del proprio
ambiente di relazione.
6.8
Paradossalità
Questa
categoria riflette la maniera nella quale aspetti significativi
della coscienza onirica sono percepiti dal sognatore come reali, a
dispetto del fatto che essi violano le leggi della logica
aristotelica. L'esperienza del sogno lucido, è paradossale per chi
ascolta il resoconto del sognatore ma non per il sognatore stesso.
E' proprio l'esperienza della paradossalità e dell'assurdo che
permette l'insorgenza di profondi sentimenti positivi. Il sapere
linguistico è differente dal sapere esperienziale, e quest'ultimo
è traducibile nel primo solo a costo di profonde distorsioni. Il
sognatore lucido conosce qualcosa in più delle possibilità umane,
proprio come il mistico, ma il compito di comunicare l'esperienza ad
altri appare impossibile.
6.9
Transitorietà
La
speciale ed inusuale forma di coscienza di sogno può durare da una
manciata di secondi fino a qualche minuto. Tuttavia la durata della
lucidità in sogno è strettamente connessa con il livello di
consapevolezza raggiunto dal sognatore. Sviluppando la
consapevolezza attraverso le tecniche più adatte a ciascuno è
possibile aumentare il tempo di lucidità fino a rendere tale stato
relativamente stabile, ma si può andare anche oltre (per esempio
praticando lo Yoga Tibetano del sogno) ed arrivare a testimoniare
stabilmente il proprio sonno senza sogni.
6.10
Cambiamenti positivi nell'atteggiamento e nel comportamento
Le
persone che hanno sperimentato il contenuto delle categorie sopra
discusse concordano nel riferire cambiamenti nelle attitudini (1)
verso se stessi, (2) verso gli altri, (3) verso la vita. Viene
descritto un aumento nell'integrazione della personalità, un
rinnovato senso dei valori personali in aggiunta al rilassamento
degli abituali meccanismi di difesa dell'Io. La sensazione comune a
queste persone è che i loro problemi possono finalmente essere
affrontati, ridotti o definitivamente eliminati. La pratica costante
del sogno lucido e delle tecniche che lo possono indurre porta
generalmente alla trasformazione radicale della personalità e alla
nascita di nuove qualità adattative sul piano del sé e delle
relazioni con gli altri. I sognatori lucidi riferiscono di vivere le
loro vite ad un nuovo livello di integrazione psicologica, di
sperimentare sensazioni di soddisfazione e di compimento unite a
sensazioni di potere (inteso come capacità di contribuire allo
sviluppo della convivenza nel proprio ambiente) che si
contrappongono fortemente col vissuto che caratterizza lo stallo
dell'impotenza nevrotica. E' implicito, in queste affermazioni, il
tentativo di sottolineare come l'apprendimento di questo tipo di
esperienze possa costituire un importante fattore terapeutico nella
cura delle nevrosi e delle depressioni.
6.11
Fenomeni Estetici
L'esperienza
del sogno lucido assomiglia molto a quella prodotta da una dose di
LSD. la persona che viaggia in acido sa che tutto ciò che vede è
il prodotto dell'incontro tra la droga e alcune potenzialità del
sistema nervoso umano. Egli gode meravigliato delle immagini
estetiche create dalla sua stessa mente, egli sa che sta viaggiando
in una dimensione trasformativa dai ritmi vertiginosi, e
difficilmente egli scambia ciò che vede per realtà. Analogamente,
i sognatori lucidi creano i fantasmagorici ambienti di sogno
rimanendo consapevoli che si tratta di una creazione delle loro
menti. Possono esprimere desideri e realizzarli direttamente nel
sogno, possono creare immagini fantastiche, giochi di colori e ogni
tipo di rappresentazione inimmaginabile. Ci sembra, per concludere,
di poter sottolineare la posizione attiva e costruttiva dei
sognatori lucidi che applicano la propria volontà alla direzione
dell'esperienza. Molti sognatori riferiscono di provare intuizioni
molto profonde e illuminanti di talune idee o problemi e di avere
molte immagini visive vivide e tridimensionali.
7.
SOGNO LUCIDO E "RISVEGLIO"
La
possibilità di sperimentare uno stato di lucidità durante
l'attività onirica comporta una serie di implicazioni e di
interrogativi di tipo filosofico, volti al tentativo di comprendere
i meccanismi della coscienza che operano durante il sonno, ma anche
quei meccanismi che regolano la nostra coscienza di veglia. Infatti,
quando sognamo esperiamo i nostri sogni come realtà; tutto il
nostro essere percettivo ed emotivo si identifica con il contenuto
degli stessi, a tal punto che possiamo provare forti angosce oppure
gioie e piaceri. Quando la lucidità sopraggiunge ad illuminare la
scena di sogno, l'esperienza muta completamente: sappiamo che stiamo
sognando, sappiamo quindi che il sogno non è reale ed emerge la
consapevolezza del fatto che esso è una costruzione della nostra
mente. Questo processo porta alla configurazione di un continuum del
grado di consapevolezza che va da un minimo nei sogni non-lucidi ad
un massimo nei sogni lucidi; può sorgere di conseguenza l'ipotesi
che esista la possibilità di estendere anche allo stato di veglia
ciò che abbiamo visto accadere nello stato di sogno: anche durante
lo stato di veglia la consapevolezza può essere presente in grado
maggiore oppure minore, dando origine nel primo caso ad una sorta di
illusione di realtà caratteristica del sogno non-lucido, e nel
secondo ad uno stato di veglia lucida . Se l'ipotesi è
percorribile, dovrebbe esistere uno stato di coscienza proprio dello
stato di veglia, paragonabile all'insorgenza della lucidità in
sogno e che potremmo chiamare veglia "Risvegliata".
La consapevolezza aumenta proporzionalmente nello stato di sogno e
nello stato di veglia, portando al sogno lucido da una parte e al
Risveglio dall'altra. Queste implicazioni sono state valutate da
Judith R. Malamud: Nel presentare la ricerca sul sogno lucido, in un
contesto esteso alla filosofia, spero di chiarire come diventare
lucidi in sogno.
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