Preghiamo,
a questo punto, lo studente di soffermarsi sulle conclusioni della
presente nota aggiunta, che ne completerà l'illuminazione razionale
sull'origine e sulla ragion d'essere degli stessi Sette Raggi.
Qualcuno
si potrebbe domandare: "Perché il numero sette, ai fini di
una stretta logica, è considerato magico? E, dai tempi dei tempi?
Perché il sole ha sette pianeti, e perché la costellazioni sono
proprio dodici? Perché il sole, a sua volta, è uno dei sette
pianeti di una Vita Extracosmica, la Quale segue la medesima legge
nei riguardi di successive fonti inimmaginabili, parti di una
spirale infinita, in cui il numero sette è il ritmo
fondamentale?"
Non
ci dilungheremo sulle leggi delle progressioni algebriche,
geometriche, chimiche. È fatto notorio a fisici, matematici,
chimici che certe energie, certi numeri, certi elementi si
raggruppano in linee d'ordine, nelle quali viene notato un ripetersi
all'infinito di determinate costanti e caratteristiche, sempre le
medesime. Daremo al lettore, invece, tramite un esempio, o, se
vogliamo, una prova, la dimostrazione della legge del
"SETTE", come aspetto dell'eterno ritmo universale.
Comunque,
prima di ciò, vogliamo sottolineargli una necessaria delucidazione,
a che egli comprenda meglio tale esempio: cioè, l'identificazione
che il molteplice ha nell'uno e che l'uno ha nel molteplice.
Non
potrà mai apparire nel mondo un filosofo il quale sappia tracciare
la linea netta e marcata tra i due poli dell'universale; ogni nucleo
singolo, ad un ulteriore studio ed esame approfondito, si mostrerà
essere composto dall'insieme di diverse unità, le quali,
riunendosi, daranno, per frutto del loro coesistere, quella
esteriore singolarità .
Prendiamo
un anello, che abbia come circonferenza, ad esempio, 20 cm.
(potrebbero, anche, essere trenta, quaranta; o dieci chilometri).
Poniamolo su di un piano e muniamoci di altri anelli della medesima
circonferenza di 20 cm.. Occupiamoci di uno di essi e collochiamo,
anch'esso, sul piano, di modo tale che una sua parte tanga il primo
anello; poi, sarà la volta di un altro anello, il quale tanga, in
basso, l'originale e, di fianco, il secondo; e di un altro ancora e
di una altro. In breve, avremo composto una figura che avrà al
centro un anello e sarà circondata da altri sei anelli, che lo
tangeranno e si tangeranno. Sei. Non uno di più, non uno di meno.
Se
consideriamo la prima delle circonferenze, come un nucleo di vita
qualsiasi, che venga ad apparire in seno alla manifestazione
universale (l'Uno, che emerge, sempre spontaneamente, e con ritmo
eterno, da Parabrahaman), vedremo che altre sei forme di vita,
inflessibilmente, si aggiungeranno ad essa. Ma non basta. Prendiamo
ancora dei nuovi anelli e, considerando, ormai, la prima serie dei
sette la base centrale (il molteplice che è diventato gruppo
singolo), torniamo a fare la medesima operazione che eseguimmo con i
sei anelli.
Collochiamo
una seconda serie di circoli, sempre tutti aventi la stessa
dimensione, precedentemente menzionata, attorno alla prima, di modo
che ognuno di essi tanga il sottostante e quelli a fianco. Avremo,
al termine della nostra fatica, un nuovo circolo, composto da dodici
elementi; cioè, sei in più del primo. I quali sei, con la corolla
del nucleo dei sette, oggettivati in un unico elemento-radice,
torneranno a formare il sette, che si ripete. Ma, proseguiamo
ancora: formiamo un terzo anello. Questo, sarà composto da diciotto
elementi: cioè, sei in più del secondo. E potremo coprire, come
dice uno dei Maestri della Confraternita Bianca, l'intero deserto di
Gobi, ed ogni circolo nuovo avrà, sempre, soltanto sei elementi in
più del precedente; i quali, unificati al blocco di elementi
centrali, divenuti una entità singola, ripeteranno il ritmo imposto
dalle sette note magiche, nella musica geometrica delle sfere. Le
progressioni saranno le seguenti: sei, dodici, diciotto,
ventiquattro, trenta, ecc..
Applicando
il ritmo alla costruzione occulta di un sistema solare, vediamo che
le dodici costellazioni sono inserite nel numero della seconda
progressione: dodici.
Aggiungiamo,
inoltre, che, studiando bene il famoso simbolo della stella a sei
punte, o Stella di Salomone (emblema dell'Assoluto), che rappresenta
l'intreccio di due triangoli equilateri - uno, la materia; l'altro,
lo spirito -, uniti, eternamente, nella eterna manifestazione
dell'Essere, noteremo che, invisibili, esistono, anche qui, i sette
circoli. Il primo ha come centro il centro della stella, ed il
compasso lo inserirà esattamente dentro di essa; gli altri sei la
circoscriveranno, aventi, ciascheduno, come centro, il vertice
rispettivo di una delle sue sei punte.
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